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LA PREVENZIONE IN ONCOLOGIA

L’oncologia è quella branca della medicina che si occupa della cura dei tumori, e questo tutti lo sanno,

ma quelli che sono gli studi, i successi e soprattutto gli insuccessi che l’oncologia medica ha

avuto nel tempo ma è difficile fare conoscere e fare comprendere al pubblico quali sacrifici siano

ad essi legati.

Soprattutto nell’ultimo decennio si è assistito allo sviluppo di trattamenti target, mirati, diretti contro

alcuni specifici recettori presenti sul tumore. Tali farmaci, etichettati come intelligenti, hanno sicuramente

il pregio di selezionare il loro bersaglio, ma di certo non sono scevri da effetti collaterali,

alcuni dei quali non del tutto ancora noti. Purtuttavia, nell’immaginario della gente, il farmaco così

etichettato è considerato la panacea, la risoluzione del problema cancro, ma le cose non stanno così.

Sicuramente i suddetti farmaci hanno il vantaggio della selezione del bersaglio, ma purtroppo la

malattia neoplastica è nelle condizioni di sviluppare una resistenza a detti trattamenti o di preferire

meccanismi per la crescita alternativi rispetto a quelli sui quali interferisce il farmaco “intelligente”.

Il risultato che si ottiene è un prolungamento della sopravvivenza ed una cronicizzazione della malattia,

non spesso la sperata guarigione, soprattutto quando la malattia viene diagnosticata tardi.

Un aspetto estremamente importante di questi farmaci e della moderna oncologia è che a fronte di

un modesto incremento in sopravvivenza per i malati, il costo economico da pagare per garantire

questo tipo di cure è elevatissimo. Di contro, sarebbe sempre più razionale e vantaggio sviluppare

sempre più la diagnosi precoce in oncologia, poiché ancora oggi diagnosticare un tumore in fase iniziare

significa risparmiare molte travesìe al paziente e portarlo a sicura guarigione. Purtroppo non

tutte le neoplasie possono essere diagnosticate in fase precoce attraverso l’impiego di esami semplici,

ampiamente disponibili e quindi di facile accesso alla popolazione, ma è stato calcolato se già si

applicassero su tutta la popolazione la diagnostica precoce per le forme di cancro che sono identificabili

in fase iniziale, con i mezzi attualmente disponibili, si potrebbe portare l’attuale percentuale

di guarigione delle neoplasie complessivamente dal 52 al 75% dei casi.

Ma quali sono le forme di cancro che possono essere identificate con una diagnosi precoce?

Prima di tutti il tumore del seno soprattutto nella fascia di età compresa fra i 45 ed i 70 anni.

Tutte le donne in questa fascia di età hanno la possibilità di sottoporsi ad una mammografia gratuita

con cadenza biannuale. Personalmente sono convinto che la mammografia dovrebbe essere eseguita

in questa fascia di età ogni anno: tale esame, associato alla visita medica ed integrata con l’ecografia,

quando necessario, può salvare la vita alla donna giacchè avere posta diagnosi di neoplasia

quando questa è al di sotto del centimetro di diametro, significa non solo avere guarito la donna, ma

risparmiare la chemioetarpia e sottoporla ad un intervento chirurgico poco demolitivo.

Lo stesso dicasi anche per gli uomini, per la prevenzione del tumore del colon: la semplice ricerca

del sangue occulto nelle feci con cadenza annuale in tutti i soggetti al di sopra dei 45 anni può essere

una spia importante per fare diagnosi di lesione precancerosa del colon (polipo) che asportato prima

della sua trasformazione può salvare la vita.

Proseguendo negli esempi, un esame dei nei comparati nel tempo attraverso la videodermatoscopia

può essere utile e identificare la trasformazione di un neo prima che possa diventare sede di un

melanoma invasivo.

L’esecuzione del Pap test annualmente nelle donne con vita sessuale attiva a qualsiasi età è fondamentale per identificare delle lesioni precancerose del collo dell’utero e permette di prendere provvedimenti.

A tutto quanto sopra indicato bisogna aggiungere che un corretto stile di vita con una dieta bilanciata

e ricca di frutta e verdura, come la dieta mediterranea è sicuramente associata ad una minore incidenza

di cancro, e lo studio su varie popolazioni lo dimostra.

Le popolazioni che vivono in aree geografiche dove è presente una dieta ricca in carni e grassi animali

hanno una maggiore incidenza di neoplasie a differenza delle popolazioni del sud che hanno

una dieta più ricca in frutta, verdura e grassi vegetali (olio extravergine d’oliva) hanno una minore

incidenza. Tutto si correla anche con il peso corporeo.

In ultimo, ma non meno importante è il fumo di sigaretta: tale abitudine è strettamente correlata

con una elevata incidenza di neoplasia del polmone. Non significa che chi non fuma non si ammala

di tale patologia, ma l’incidenza del cancro del polmone è 9 volte superiore nei fumatori rispetto ai non fumatori

. Inoltre negli ultimi anni e soprattutto in Europea l’incidenza del tumore al polmone

è nettamente in incremento fra le donne, che hanno acquisto tale stile di vita più tardi degli uomini.

Mi sembrano due buone evidenze per consigliare di non iniziare a fumare o di smettere subito per

chi già ha tale vizio: oltre ad impiegare grandi energie per la cura dei malati a mio avviso sarebbe

estremamente vantaggioso non trascurare lo sviluppo capillare della prevenzione oncologica, dato

che solo così si possono ottenere gli obiettivi fondamentali: guarire il paziente evitando terapie tossiche

e risparmiare in sanità, cosa che di questi tempi sembra essere un obiettivo non rinunciabile.

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